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_di Gaetana Di Zenzo

“DIVERSO DA CHI?”. INTERVISTA A GERARDO PEPE, LO SCRITTORE PALADINO DEI DIRITTI DEI DOWN

“…Il mondo è rumore e l’esistenza produce frastuono, persino l’erba secca e quindi morta, ieri ho provato a sistemare il prato, ha una voce, ma io non riesco a trattenere alcun suono né riesco a seguire il sentiero del silenzio. A volte penso che il silenzio si nasconda e tocca a noi cercare di scovarlo eppure io non voglio conoscere niente di lui, non voglio arrivare a quello che nasconde.

Se il rumore è l’esistenza, il silenzio appartiene alla morte, al mondo che si crede immobile e perfetto eppure quanto rumore giunge ai morti: i lamenti, le preghiere e il vento che arriva ovunque persino sottoterra. Credo che la morte sia un luogo molto affollato e più rumoroso di quanto si possa immaginare…”

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_di Gaetana Di Zenzo

Intervista a Claudio Valentino, giovane artista montefortese con cui inizia il nostro viaggio nel mondo dei talenti giovani irpini. Classe 1985, da sempre con la passione per la pittura e la ceramica, Claudio ha frequentato prima l’Istituto Statale d’Arte di Avellino, sezione di ceramica, poi il corso ordinario di pittura di Loredana D’Argenio presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, conseguendo il diploma di laurea triennale. E’ abilitato all’insegnamento, ma ora Claudio si divide tra gli studi (sta terminando la specialistica in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti a Napoli) ed il lavoro di responsabile in un negozio di abbigliamento, perchè la crisi ha colpito anche il settore scolastico, caratterizzato, come tutti gli altri, da caos e precariato. Si definisce una “contraddizione in termini”, perchè nella sua arte è moderno, ma gli piace leggere libri del passato, la narrativa soprattutto, che permette di sviluppare l’immaginazione, e gli piace la letteratura verista. Oltre a leggere, ama viaggiare ed ascoltare musica, in particolare Marina Rei, Placebo, Linking Park e Katie Melua. E’ fragile e forte allo stesso tempo, sensibile, riflessivo, caparbio, nonostante l’ambiente artistico avellinese non aiuti come dovrebbe le giovani leve. Si imbarazza quando gli si chiede se può definirsi un artista, sfoderando rare doti di umiltà e concretezza. Sogna, certo, ma sa tenere i piedi ben saldi a terra, senza correre, così, il rischio di montarsi la testa. Nell’arte gli piacciono la matericità e la forza, mentre nella quotidianeità, sostiene di essere «barocco ed eccessivo», perchè si ritiene figlio di questa generazione. Nel 2004 ha intrapreso la docenza presso i corsi di ceramica dell’Università Irpina del tempo Libero e nel 2008 ha curato le scenografie ed i costumi per la rappresentazione teatrale de “I campi di Dora” di Claudio Grattacaso per la regia di Antonello De Rosa presso il Teatro Augusteo di Salerno. Dal 2002 ad oggi ha realizzato una lunga serie di mostre collettive in Campania, Puglia, Lazio, Toscana, Polonia e Finlandia. La pittura e la scultura sono per lui una risorsa ed un essenziale strumento di espressione della sua personalità. Gli permettono, infatti, di lavorare sulle sue emozioni, sulle sue incertezze, sulle sue paure, “mettendole in mostra”. Perchè, come diceva lo scrittore Umberto Saba «l’opera d’arte è sempre una confessione» e, come sostiene Renato De Vallier, « la vera arte è espressa da uno stato di disagio, qualunque esso sia»

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Silvia Mazza

_di Gaetana Di Zenzo

Intervista a Silvia Mazza, la cantante “comunicatrice” con la passione per il pop ed il marketing

Se è vero, come dice Nietzsche, che “senza musica la vita sarebbe un errore”, allora, la sua di vita, è ben spesa. Eh sì, perchè Silvia Mazza, una delle voci più eleganti e raffinate del panorama musicale avellinese, le sette note ce le ha nel sangue, insieme alla passione per l’arte in generale. E’ giovanissima (compirà ventiquattro anni il prossimo 20 luglio), ma l’esperienza non le manca. Infatti, può già vantare un curriculum artistico di tutto rispetto, come autrice, interprete, attrice e speaker radiofonica. Diplomata in teoria e solfeggio presso il “Conservatorio Cimarosa” di Avellino, ha studiato tecnica vocale e frequentato i corsi di preparazione artistica e di interpretazione presso l’”Accademia Green Music”. Inoltre, ha preso parte a fiction e format televisivi musicali per emittenti private satellitari ed  ha gareggiato come cantautrice in numerosi concorsi nazionali, riscuotendo un ottimo successo di pubblico e di critica: nel 2002 ha partecipato al “Festival di Castrocaro Terme” ed al “Festival di Napoli”; nel 2003, al “Festival di S. Valentino” ed al “Premio Mia Martini”, conquistando il “premio Rivelazione 2003”; nel 2005 al “Premio International Musical”, classificandosi tra i finalisti ed ottenendo, così, la possibilità di diventare, nel 2006, la protagonista femminile, di un musical inedito, “Prova a dire t’amo”, del quale è stata anche autrice; nel 2009 e nel 2010 è arrivata seconda nella sezione “Brani inediti” al “Festival Vannulo”.

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C.R.N.E.

di_Gaetana Di Zenzo

In un periodo storico di anoressia culturale e di povertà delle relazioni nel quale tutto si consuma in fretta, nessuno decide di investire sui giovani, gli anziani sono abbandonati a loro stessi ed impera l’esterofilia, c’è chi va controcorrente e sostiene fermamente l’importanza della valorizzazione delle risorse umane locali. E’ Laura De Fuccia, maestra elementare in pensione e pittrice napoletana che è attivamente impegnata in due associazioni: la “Scuola di disegno e pittura San Benedetto” e la “C.R.N.E. ”.

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WHAT'sUP - di Gaetana Di Zenzo

di_Gaetana Di Zenzo

Dimenticate i tempi in cui la fiction era privilegio esclusivo del tubo catodico. Da un po’ di tempo, infatti, vanno di moda le web serie: racconti suddivisi in episodi fruibili attraverso il Web o sui display dei dispositivi mobili. La prima serie creata appositamente per il Web è stata “Homicide: Second Shift”, realizzata nel 1997 negli Stati Uniti. In Italia, invece, il fenomeno è esploso ad aprile di quest’anno con “Freaks!”, una storia paranormale imperniata sul tema dei supereroi che, solo nelle prime tre puntate, ha registrato oltre 1 milione e mezzo di visualizzazioni.

E da oggi anche Avellino ha la sua web serie. Si chiama “What’s Up?!” ed è interamente autoprodotta e realizzata nel capoluogo irpino.

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Avellino - Natale al Rubilli

di_Gaetana Di Zenzo

Sono angeli silenziosi e discreti. Il loro impegno e la loro dedizione nel prendersi cura degli anziani sono la risposta concreta e tangibile al luogo comune secondo cui i giovani sono egoisti, privi di valori ed irrispettosi nei confronti dei “più grandi”. Non cercano pubblicità e si danno da fare senza chiedere nulla in cambio, nonostante offrano una merce sempre più rara e preziosa: il tempo.

Sono una decina di ragazzi che, un giorno alla settimana, si ritrovano al “Rubilli” di Avellino per far respirare ai circa 60 ospiti della casa di riposo un po’ di aria di casa. Nel tempo si è creato un legame indissolubile, fatto di sguardi, sorrisi e strette di mano. Un rapporto così stretto che ormai per tutti sono “i nonni”, soprattutto per chi i nonni non li ha più o non ha avuto la fortuna di conoscerli.

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