Dopo l’articolo/intervista di Ottopagine già postato, sono andato a recuperare questo post (già pubblicato ad inizio anno su altro blog) per riprendere la discussione.
Ad oltre un anno di distanza posso confermare quanto già dichiarato, riscontrando però un lieve miglioramente nelle carenze lamentate, grazie soprattutto all’iniziativa privata/imprenditoriale o del mondo delle associazioni
Si trattava di un’intervista fattami da Michele Ciasullo per il blog dell’UPI (Università Popolare dell’Irpinia) con l’auspicio di riattivare una “sana” discussione sul tema:
1° domanda) Si è quasi conclusa la stagione delle sagre,delle feste patronali,ecc. é possibile fare un primo bilancio e qualche considerazione “a caldo” ? …………. nbel portale abbiamo realizzato un calendario eventi (http://www.irpiniaturismo.it/eventi/ricerca.php) che, con nostro grande impegno, arricchiamo giorno per giorno, constatando però la scarsa collaborazione, nonostante i continui e ripetuti inviti, degli enti e delle associazioni locali. In relazione all’estate Irpina un primo bilancio è sicuramente positivo; il dato scaturisce dal notevole numero di eventi e manifestazioni organizzate nei comuni Irpini, sia dagli Enti che dalle Associazioni locali, a riprova di un interessamento ancora vivo per il proprio territorio e che, anche se solo per una serata, hanno contribuito ad incrementare il numero di persone in giro per l’Irpinia. Le considerazioni da fare su tali attività sarebbero davvero tante, ma limito le mie a quelle che ritengo più importanti e di cui, a mio modesto giudizio, sarebbe opportuno tenerne conto negli anni a venire: – Una provincia con 119 comuni ed un territorio notevolmente esteso e variegato, ricco di un patrimonio storico-culturale, ambientale ed enogastronomico, ha la necessità di un sistema ed una rete turistica che possa fare da coordinamento nella gestione e nella promozione del territorio e delle attività ivi svolte; – Serve la consapevolezza delle persone che, in una realtà come la nostra dove il turismo stenta a decollare “per svariati motivi”, non si può pensare di gestire il tutto ad uso e consumo del comune in cui si svolge un evento, trasformando molto spesso gli eventi in un’occasione in cui fare “cassa” per la gestione dell’associazione e/o attività; – Gli eventi irpini dovrebbero essere più ricchi di “attività” di valorizzazione e fruizione del territorio, diventando momenti di “promozione” del territorio stesso, finalizzati ad un ritorno turistico post-evento nell’ambito di comprensori di più comuni e non dei singoli; – Gli enti, le associazioni, le aziende e chiunque organizzi un evento/manifestazione dovrebbero essere più “comunicativi”, provvedendo a diffondere, con dettagliati elenchi/comunicati, tutte le attività da loro organizzate nel corso dell’anno, e soprattutto con recapiti e persone di riferimento; – Bisognerebbe tornare a valorizzare le “tradizioni”, evitando di trasformare gli eventi in momenti di pura “attività commerciale” in cui si perdono di vista gli obiettivi di “promozione e valorizzazione”. Ormai sono sempre di più le attività che nulla hanno di “caratteristico/tipico/tradizionale” e soprattutto senza alcun legame con il territorio (vedi: feste della pizza, concorsi di bellezza, concerti ecc. ecc.); – Sarebbe necessario incrementare le attività di fruizione del territorio, con escursioni, visite guidate, e soprattutto con la commercializzazione di pacchetti turistici, siano essi di uno o più giorni, per dare la possibilità ai turisti di “vivere” il nostro territorio, a condizione che siano offerti e garantiti i dovuti e necessari servizi “turistici”; – Ritengo importante una diversificazione degli eventi con una diluizione temporale durante tutto l’anno. La diversificazione è necessaria per presentare al meglio il nostro territorio, e quindi sarebbe opportuno arricchire l’offerta con momenti culturali, seminari di studio e ricerca, artigianato locale, enogastronomia tipica e tradizionale, prodotti ed attività agricole, escursioni, visite guidate, feste e riti della tradizione religiosa e popolare, con attenzione a “prolungare” la permanenza dei turisti con il soggiorno nelle sempre crescenti strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere. La diluizione temporale: nel periodo estivo ho riscontrato un’eccessiva concentrazione di eventi e manifestazioni nei comuni Irpini, con la coincidenza di numerose manifestazioni (spesso simili) in comuni limitrofi o comunque vicini; tale situazione ha portato inevitabilmente ad un eccessivo affollamento dei comuni in cui si è avuta la sola possibilità di vivere l’evento (e molto spesso male) e non di visitare/vivere il paese. Restano molti altri mesi in cui i paesi vanno in “letargo”, non ci sono turisti, non ci sono eventi, non c’è alcun tipo di attività, ed è per questo che andrebbero organizzati eventi, manifestazioni ed attività durante tutti i mesi dell’anno, in maniera tale da offrire la possibilità, a residenti e turisti, di vivere il nostro territorio in tutte le stagioni, godendo delle sue peculiarità e delle atmosfere che la natura ci regala. Non grandi eventi, ma piccole manifestazioni alla portata di tutti e tali da garantirne l’assimilazione VIVENDO l’Irpinia. Ci sarebbe ancora tanto da dire, suggerire e soprattutto fare; http://www.irpiniaturismo.it/ sta lavorando a tutto ciò, con l’auspicio che il territorio finalmente cominci a rispondere, a collaborare e soprattutto ad agire.
2° domanda) come vedi, anche alla luce del test di quest’anno, il futuro del turismo in Irpinia? L’Iirpinia è una terra “naturalmente” predisposta al turismo, un pò meno le persone che la abitano. In questo periodo di “crisi”, per la nostra terra il turismo rappresenta una, se non l’unica, concreta possibilità di ripresa e di sviluppo, sia dal punto di vista economico che occupazionale. Rispetto agli anni trascorsi si sono fatti, e si stanno facendo, notevoli passi in avanti. Crescono le strutture ricettive, cresce l’attenzione degli amministratori, cresce l’interesse per il nostro territorio. Di contro mancano ancora tantissime cose; mancano i “servizi” turistici, mancano le informazioni turistiche, e soprattutto manca la “mentalità” turistica. Non si può pensare di fare turismo nelle nostre attuali condizioni. Fatte le dovute (e scarse) eccezioni, bisogna tener presente che nel nostro territorio non si sa che cosa sia la collaborazione, le attività comprensoriali, la promozione, l’associazionismo, i servizi, lo spirito di accoglienza, la valorizzazione. Il turismo nel nostro territorio, nella maggior parte dei casi, è ancora caratterizzato da turisti “mordi e fuggi”, che vengono in giornata e, quasi sempre, per un buon pranzo (quando i ristoratori fanno ancora attenzione alla qualità e non alla quantità). I turisti che “rimangono” in Irpinia per più di un giorno sono pochi, ed ancor meno quelli che restano per una settimana. Il motivo?, semplice, non trovano la “dovuta” accoglienza e soprattutto lamentano la mancanza di organizzazione e l’assenza di servizi turistici. Il turista che vuol soggiornare in Hirpinia si trova costretto a doversi organizzare da solo il proprio soggiorno, fatta esclusione per il vitto e l’alloggio. Quando si parla di carenza di servizi la causa principale è da attribuirsi alla mancanza di un “sistema” turistico in grado di soddisfare le numerose carenze territoriali, oltre alla esiguità di personale e risorse che gli Enti Locali dovrebbero destinare a tali finalità. Qualche esempio: la scarsa ed inadeguata segnaletica, l’assoluta irreperibilità di materiale informativo e l’assenza di punti informativi, ecc. Altro punto debole, collegato comunque alle carenze di cui sopra, è la totale assenza di attività di incoming. Abbiamo tantissime agenzie di viaggi e turismo, ma nessuna organizza (forse per le stesse cause di cui sopra) attività di incoming. Sarebbe importante invogliare e portare in giro, oltre i turisti, anche gli Hirpini nella propria Hirpinia. E’ capitato anche a me, ed è stato molto bello, di fare il turista nella propria terra, alla riscoperta di luoghi, a pochi chilometri di distanza, di cui ignoravo l’esistenza o non immaginavo la bellezza e la ricchezza. Sono esperienze che continuo a fare con piacere, un pò per passione ed un pò per lavoro. Mi arricchiscono tanto, di nuovi saperi, di nuovi piaceri, di nuove conoscenze, e soprattutto confermano l’importanza di quello che sto facendo ed in cui credo, la riscoperta e la valorizzazione dell’Irpinia, terra di cultura, arte, verde e gusto. Il futuro del turismo in Irpinia?, io ci credo, e credo anche nella possibilità di sviluppo a condizione che ci sia un maggiore impegno dei cittadini, delle associazioni e delle istituzioni, con la consapevolezza che prima di tutto lo facciamo per noi, per la nostra storia, per il nostro futuro.
9 novembre 2011 at 17:31
La mancanza di mentalità turista è reale, questa estate a Calitri l’abbiamo potuta verificare molto bene.
La domenica non c’è un negozio aperto che vende le tipicità calitrane (alimentari e ceramiste), nessuno negozio generico aperto, solo pasticcerie, bar e i fiorai).
Non si è saputo sfruttare la grande pubblicità gratuita ricevuta dalla rivista online inglese che ci segnalava come uno dei 9 luoghi al mondo dove godersi la pensione, anzi, si pensava più alle critiche, piuttosto che hai vantaggi, mentre per 4/5 mesi nel 2010 abbiamo avuto un flusso turistico intenso…che l’anno successivo non foraggiato da interventi volti a sostenerlo, si è molto affievolito. Nel mio piccolo cerco di promuovere l’Irpinia attraverso il mio sito (con foto) e le mostre che organizzo periodicamente.
C’è da insistere!
18 ottobre 2011 at 14:58
Vorrei commentare queste interessanti riflessioni di Agostino Della Gatta :
“In questo periodo di “crisi”, per la nostra terra il turismo rappresenta una, se non l’unica, concreta possibilità di ripresa e di sviluppo, sia dal punto di vista economico che occupazionale. Rispetto agli anni trascorsi si sono fatti, e si stanno facendo, notevoli passi in avanti. Crescono le strutture ricettive, cresce l’attenzione degli amministratori, cresce l’interesse per il nostro territorio. Di contro mancano ancora tantissime cose; mancano i “servizi” turistici, mancano le informazioni turistiche, e soprattutto manca la “mentalità” turistica.”.
Molti si lamentano della crisi perche’ sono ancora in pochi ad acquistare i prodotti made in irpinia ma si sono chiesti come mai ? spesso purtroppo il prodotto alimentare o artigianale non lo si presenta adeguatamente. L’immagine aziendale, la storia,la confezione sono trascurate quasi come se fosse un di piu’ rispetto alla bonta’ o alla qualita’ della manifattura,Ma nel 2011 l’immagine conta sia nella presentazione del prodotto alimentare che nella ristorazione o ricettivita’ alberghiera.Oggi in Irpinia abbiamo le eccellenze e abbiamo la non sufficienza ma perche’ non miriamo al prodotto “buono” di qualita’ e non eccessivamente costoso.Quanti menu’ di ristoranti e buone pizzerie presentano i prodotti locali? quanti depliant troviamo nei ristoranti per recarci personalmente, consigliati dal ristoratore,presso aziende (cantine,caseifici,negozi di artigianato locale,ecc.) per comprare il prodotto degustato o visto esposto ?Su 3500 tra pizzerie e ristoranti forse il 3% hanno queste attenzioni e sarei anche felice di sapere quali. E’ su questa comunicazione che dobbiamo lavorare poi sul resto,altrimenti non si “muove” nulla o comunque in modo troppo lento per la nostra bella irpinia.Poche cose sono cambiate in 10 anni di promozione turistica in Irpinia escludendo il lavoro quotidiano e certosino di Irpinia turismo e qualche Associazione locale.Mi dispiace, ma i Sindaci ancora oggi non sanno promuovere il loro territorio e poco conoscono della figura del “consulente turistico” che come il naturopata o l’agriwellness fa parte di quei lavori poco conosciuti fino quando non ne senti la reale necessita’.Fernanda Ruggiero-Consulente turistica e d’immagine per eventi e aziende.
18 ottobre 2011 at 17:24
Grazie Fernanda per questa consulenza “professionale” davvero interessante che ha centrato, a mio parere, una serie di necessità e priorità su cui intervenire con estrema sollecitudine, e soprattuitto per averla condivisa con i nostri utenti. Proprio qualche giorno fa analizzavamo, parlando di castagne, il perchè della totale assenza del prodotto dai menù dei ristoranti locali (e parlgiamo di un prodotto IGP) così come di tante altre eccellenze. Tra i nostri tanti impegni e idee da tempo abbiamo pensato, (sperando di cominciare ad inizio 2012) ad avviare un’attività di formazione e informazione per “gli addetti ai lavori” anche in collaborazione con diverse associazioni di categoria. Sarebbe interessante condividere e professionalizzare ulteriormente quest’esperienza, cercando di coinvolgere oltre agli operatori ed addetti anche gli amministratori, almeno per sensibilizzarli sul notevole patrimonio dei loro territori e sulle potenzialità degli stessi cominciando ad adottare i “buoni consigli” o magari una idonea consulenza.